Milan - Cagliari 5 - 1. Viva la Mamma.
In un sabato sera di metà maggio, la squadra rossonera prova a togliersi di dosso un po' del torpore che lo ha colpito in questa stagione. Chiariamoci: il Milan ha giocato in modo approssimativo, quasi anarchico, ma non ha mai dato l'impressione di sostenere un incontro combinato come ultimamente alcuni addetti ai lavori sospettano sia capitato sull'altra "sponda del Naviglio".
Lo spettacolo offerto dai meneghini, gol e risultato a parte, ha fatto arrabbiare più di un tifoso (tra l'altro, la Curva Sud era ancora in sciopero); tanto micidiale in attacco quanto da brividi in difesa, indecoroso e indegno forse, se vogliamo, per una Società importante e nobile con una storia calcistica più che secolare come il Milan ma autentico, sincero e rappresentativo di ciò che la squadra di casa e la compagine ospite sono in grado di offrire oggi.
Siccome si è giocata la terzultima gara del torneo, classe, amalgama e motivazioni sono stati il solo incentivo che i ventidue atleti in campo hanno avuto per dare un senso al loro impegno settimanale.
Il Cagliari si stava giocando una fetta importante di Serie A.
Il Milan aveva già raggiunto gli obiettivi dettati dal Presidente Onorario Paolo Scaroni...
Il Cagliari si è presentato a San Siro con l'intenzione di addormentare il gioco per colpire in contropiede nella seconda frazione di gara, sfruttando gli affanni che sarebbero venuti a molti dei cosiddetti big rossoneri.
Il Milan non ha mai accelerato o dato dimostrazione di avere la capacità di dominare l'avversario e se non fosse stato per l'enorme differenza nella qualità degli interpreti avrebbe finito col dar corpo ai desiderata della squadra ospite.
L’algerino Ismaël Bennacer (in predicato di esser ceduto a fine stagione) segna al trentacinquesimo, sfruttando una respinta su un'incursione di Samuel Chimerenka Chukwueze, e porta in vantaggio i rossoneri. Ordinaria amministrazione fino al fischio dell'arbitro prima dell'intervallo. Si va al riposo col "corto muso" e con la sensazione che entrambe le squadre in campo possano impensierire i portieri avversari e fare propria la partita.
La seconda frazione di gioco incomincia in maniera insolita con un triplice cambio (uno, Samuel Chukwueze, forzato per un probabile infortunio). La gravità della situazione del calciatore nigeriano verrà valutata in seguito. Entrano Rafael Leao, Fikayo Tomori (Oluwafikayomi Oluwadamilola Tomori) e Noah Okafor. Desta qualche perplessità l'ingresso dell'inglese. I problemi dell’assetto difensivo rossonero non erano certamente determinati dalla presenza in campo di Matteo Gabbia.
Anche il portoghese che subentra dagli spogliatoi rappresenta una novità. Dopo che il Coach Parmense aveva comunicato la formazione che sarebbe scesa in campo al fischio d'inizio si è scatenata una bagarre tra i giornalisti per una sospetta epurazione in casa Milan. Leao, Tomori, Davide Calabria e Theo Bernard François Hernández, pur essendo fisicamente integri e in grado di scendere in campo, non sono stati schierati titolari per questa gara. I sospetti che si stesse assistendo a un regolamento di conti tra il Coach che a fine torneo lascerà il suo incarico da una parte e i senatori della squadra dall'altra si sono sprecati.
A tal proposito occorre fare una doverosa serie di premesse prima di esprimere qualsivoglia giudizio. Il ruolo del trainer è proprio quello di gestire lo spogliatoio, di far sì che atleti differenti per ambizioni, aspirazioni, stipendi, lingua, nazionalità, età, carattere e talento possano remare tutti dalla stessa parte. I campionati, prima ancora che in campo, si vincono in aereo, nei pullman, in allenamento e tra gli armadietti.
Oltre a ciò, il mister deve raggiungere gli obiettivi fissati dalla Società attraverso la cura della forma fisico-atletica dei calciatori e la tattica migliore per superare gli avversari di turno. Mi spiace per chi non concorda sulla sua sostituzione ma sono proprio questi tre compiti che rivelano che per Stefano Pioli è giunto il momento di farsi da parte.
Poi, è legittimo discutere sulla cifra dei pretendenti la panchina rossonera e sulla loro qualità.
In effetti, pur avendo segnato una manita col Cagliari, il Milan non è riuscito a pareggiare il gran numero di allenatori che gli sono stati accostati in queste ultime settimane.
Merito di MoneyBall.
L'algoritmo non dimostra grande lucidità nel suggerire candidati alla dirigenza rossonera, a partire dalla incredibile percentuale di allenatori stranieri inseriti nella lista. Nell'almanacco del torneo di serie A e in quello delle coppe europee il numero di condottieri vincenti nel guidare una formazione italiana è inferiore a quello degli scudetti vinti dalla Pro Vercelli.
Comunque, nella ripresa, con un Leao "in più nel motore", i rossoneri colpiscono prima una traversa a porta vuota con il portoghese e poi raddoppiano con l'americano Christian Mate Pulisic al cinquantanovesimo, prima di subire quattro minuti più tardi il gol di Nandez (con i nostri difensori che hanno fatto le belle statuine). Sugli spalti e in campo hanno incominciato ad agitarsi gli spettri della paura, del timore reverenziale.
Ha ragione Zlatan Ibrahimović quando suggerisce che a questo Milan serve la cazzimma, una buona dose di furore agonistico. È stato l'olandese Tijjani Reijnders con un tiro da fuori area a far respirare la squadra dal settantaquattresimo. Una volta compreso che non sarebbe stato possibile portare a casa qualche punto da San Siro e aver colpito una traversa e un palo costringendo Marco Sportiello a un intervento prodigioso nella stessa azione, all'ottantesimo, gli isolani hanno tirato i remi in barca subendo altre due reti, da Leao all'ottantatreesimo e ancora da Pulisic all'ottantaseiesimo.
A ogni rete, i calciatori hanno orgogliosamente mostrato il nome materno eccezionalmente scritto sulle spalle in occasione della Festa della Mamma in luogo di quello di rito. Nulla da segnalare di eclatante fino allo scadere, se si eccettua il ritorno in campo di Tommaso Pobega (non si vedeva da centoquarantasei giorni, dalla funesta gara contro il Monza). Archiviata la pratica Cagliari rimarranno intatte le discussioni sull'altalenante gioco rossonero che è sparito nei momenti chiave della stagione e si è rivisto solo a sprazzi e quando forse serviva meno.
Sulla decisione della Società di rivelare alla stampa ai piani legati al calciomercato e al futuro allenatore del Milan solo dopo il termine del torneo concordo pienamente. I nomi dei papabili Coach rossoneri, circolati presso le agenzie di stampa, sono tanti e occorre pronunciarli solo se si ha la pressione bassa e non si soffre di aritmie cardiache. L'intervista di Paolo Maldini rilasciata in settimana mi è sembrata tanto (spero di sbagliarmi) un de profundis sull'acquisizione societaria da parte del fondo saudita PIF (Public Investment Fund). Le sue parole sono parse sincere e così tanto di buon senso che è strano come un algoritmo così perfetto come MoneyBall non sia in grado di comprenderle.
L'intelligenza umana batte quella artificiale 1 a 0.
Almeno nel calcio...
Milan Cagliari è finita 5 a 1 per i rossoneri.
Viva la Mamma.
Domani è un altro giorno.
Mancano solo centottanta minuti circa alla fine di questo torneo disgraziato.
Ce la possiamo fare ad aspettare.
#Pier Giorgio Tomatis
#youandmilan
#MilanAC
#MilanGenoa
#edizionihogwords
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